Ricordi

Come ebbi già modo di citare nei due cataloghi editi dal Centro Artistico Culturale Milanese, ebbi la fortuna nel 1984 di poter, come allieva, conoscere, stimare e apprezzare il Prof. Cesare Bergonzi. Una persona di grandissimo valore artistico, ma modesta nei modi; si approcciava a tutti i suoi allievi in egual misura senza preferenza alcuna. Con infinita pazienza (io che ero completamente a digiuno delle più elementari nozioni sia di disegno che di tecnica acquerellistica) mi insegnò dapprima a disegnare e poi gradualmente, incoraggiandomi sempre, arrivò a farmi eseguire il mio primo acquerello. Mi ricordo la sua giovialità verso tutti, ma capace al tempo stesso di essere giustamente severo.
Nel nostro gruppo aveva saputo creare un clima aperto e solidale sorretto sempre dalla Sua indiscussa autorevolezza. Tutti noi gli eravamo sinceramente affezionati e cercavamo di dare sempre il meglio di noi stessi per non deluderlo mai.
Ricordo con emozione gli ultimi suoi anni di insegnamento, quando il suo fisico non rispondeva come avrebbe desiderato il suo spirito, alla sua voglia di vivere l'arte condividendola con noi. Eppure, nonostante le sue difficoltà fisiche, non mancava mai alle lezioni, sempre puntuale, sempre pronto e prodigo di consigli. Lui riconosciuto come artista di grande levatura nazionale e oltre, non ha mai fatto pesare la Sua fama, né la Sua eccellenza, anzi si è sempre posto nei nostri confronti come un semplice maestro e non come il Grande Artista quale Lui era.
A Lui devo, artisticamente tutto, la disciplina, la volontà di perseguire traguardi sempre più ardui, l'amore per l'arte in toto e in special modo per l'acquerello. Ma il ricordo più grande, più vivo, più struggente è l'immagine di Cesare Bergonzi degli ultimi tempi, sorridente e bonario, pronto pronto a dar tutto di sé anche se non stava bene, anche se fare quelle scale era una impresa sempre più ardua per lui, ma da Lui non è uscito mai un lamento, mai un dire :"non ce la faccio più!", mai (almeno fin che ha potuto) l'intenzione di lasciare tutto. Oltre che Maestro d'Arte è stato anche Maestro di vita e il suo ricordo rimarrà in me vivo e indelebile. Grazie Cesare ! Sei stato e sarai sempre un Grande!!

 Marisa Bottazzi (17/01/2011)

 

Caro Professor Bergonzi,
carissimo amico Cesare, ti rivolgo idealmente queste righe nella certezza, nondimeno, che tu le recepirai. Il profondo affetto, la radicata amicizia, la vibrata stima - i quali sono imperituri - si perpetrano al di là ed al disopra della provvisorietà della dimensione umana.
Con questa certezza ti porgo, rinnovandola, tutta la mia profonda stima. Ci sei stato maestro come artista e come uomo. Ci sei stato dono con il tuo acume, la tua bonarietà, instancabile pazienza, comprensione. Sotto il profilo artistico ci hai "iniziati" nel più nobile, elevato dei modi. Ci hai educati all'autentica bellezza lasciandoci un retaggio: quello cioè che "l'arte, la vera arte, può assurgere a dimensione morale oltre che intellettuale". Grazie Cesare, amico carissimo!

Enzo G.A. Faltracco (19/10/2010)

 

Sono Maria Grazia Butti, parlo con piacere di Cesare Bergonzi perché nonostante siano passati molti anni, ho un vivo e bel ricordo. Il Prof. Cesare Bergonzi mi insegnò le basi del disegno, il disegno dal vero, il valore delle ombre per dare rilievo alle figure, la miscela dei colori nell'acquerello (che negli anni mi è servita anche per l'olio) e tanto altro che non sto a elencare. Lo ricordo come un professore severo ma sempre pronto ad aiutare, incoraggiante e paziente.

Bravissimo acquerellista andai spesso alle sue "Personali" per apprendere e ammirare le sue opere.
Nel 2006 partecipai al calendario degli "Ex Martinitt" dove in copertina c'era un bell'acquarello di Cesare Bergonzi, che rappresentava i "Giardini della Guastalla".
Fu l'ultimo contatto.

Mi ha fatto piacere scrivervi di lui e se farete una mostra in suo ricordo, invitatemi.
Cari saluti

Maria Grazia Butti (24/01/2011)

 

Di Cesare Bergonzi ho un ricordo bellissimo. Pur conoscendolo (di vista) fin da piccolino, essendo nato quasi sotto il suo stesso tetto, è solo grazie alla Pittura che ho avuto la possibilità di avvicinarmi di più alla sua persona. Ricordo la sua figura molto stimata di professore all'Accademia Cimabue, dove ho frequentato i corsi di disegno da lui tenuti, e ricordo soprattutto il Maestro che forse è stato sempre dentro di lui. Grazie alla sua Arte sono riuscito a scoprire e piano piano ad avvicinarmi all'acquerello, tecnica troppo spesso e ingiustamente offuscata dall'olio.
Un grandissimo disegnatore e una mano felice che sapeva, con la semplicità e l'umiltà che l'hanno sempre contraddistinto, grazie a macchie di colore sempre molto istintive, a cogliere e quindi rappresentare l'emozione che provava nel proporre un paesaggio campestre o una veduta della sua vecchia Milano.
Gli sono molto riconoscente per i tutti i consigli disinteressati che mi ha sempre dato, e che non smetteva mai di darmi anche quando mi capitava di incontrarlo per caso nel cortile sotto casa.
Naturalmente negli anni non ho resistito dall'impossessarmi di alcune sue opere che a distanza di anni guardo sempre con grande interesse e ammirazione soprattutto per la serenità che riescono a trasmettere, serenità che forse lo ha accompagnato fino agli ultimi giorni della sua esistenza.

Un abbraccio affettuoso

Fabio Langella (12/12/2010)

 

Guardando le fotografie del Gruppo Artistico LUCANIA, mi ricordo un periodo spensierato. Il nostro professore era il carissimo CESARE BERGONZI al quale sono riconoscente ancora oggi dopo 20 anni. L'ho conosciuto perché marito della carissima amica Mariuccia Bergonzi.
A Lei è legato il ricordo di quando siamo state a S. Giminiano a fare le cuoche-mamme di 50 ragazzi in vacanza.
Serate sotto le stelle nel cielo blu tanto vicine che sembrava di poterle toccare, canti e musica, falò e faville, grilli.
Di Cesare ho un ricordo molto bello legato al corso di pittura che mi appassionava. Era di poche parole, serio ma spiritoso. Un particolare che mi piace ricordare: spesso ci assentavamo dal corso, ci propose, per scherzo, di portare la giustificazione dei genitori; io l'ho preso in parola facendomi fare tale giustificazione da mia figlia, con tanto di firma, suscitando ilarità nel gruppo. D'inverno le lezioni erano in classe: nature morte, prospettiva e altre tecniche, (ho imparato che l'ombra è viola, non nera), spronandoci ad inventare. Una volta copiando dal vero un cesto di mele ne inserii una blu facendolo felice, ricordandoci il periodo blu di un famoso pittore.
Arriva l'estate!: lezioni all'aperto!
Attrezzate di valigetta, pennelli, seggiolini ecc, ci fermavamo in uno dei bei borghi agresti della nostra periferia, S. Bovio, Peschiera Borromeo, Chiaravalle (con i suoi bei campi di papaveri). Erano Chiese, Castelli, ponti e rogge.
Era bravissimo nel raddrizzare le mie linee di prospettiva.
Ammiravo il suo talento, avrei voluto tutti i suoi quadri per impadronirmi della sua bravura.
Poi alla fine delle lezioni ci fermavamo per un panino nelle innumerevoli belle trattorie e sempre finivamo in allegria.
Oggi che sto perdendo la vista, guardando i miei "capolavori" il ricordo è ancora più struggente.
Ciao caro Cesare; un grande. Grazie!

Ti giunga la mia preghiera, come un tenero abbraccio.

Gabriella Odorizzi (10/02/2011)

 

Sono stato allievo del caro professor Cesare Bergonzi nei primi anni settanta, all'Accademia Cimabue. E' lui che mi ha insegnato le basi del disegno e della pittura. Ricordo con piacere le lezioni del professore, il suo modo speciale di insegnare che infondeva motivazione in tutti, anche negli allievi più indisciplinati: le opere scadenti venivano giudicate con severità, mentre il merito veniva sempre premiato. Era un artista serio, che metteva molto amore nell'insegnamento, oltre che nelle sua opera artistica.
Da lui ho ricevuto una grande spinta e uno speciale incoraggiamento a cercare la mia strada nell'arte, cosa che ho fatto cercando di esprimere la mia personalità non solo differenziando il canale espressivo (che ha spaziato nel disegno, nella pittura, nella scultura, nella ceramica, nella scenografia e nella creazione di vetrate artistiche), ma anche adottando una mia tecnica personale che si è rivelata molto apprezzata dalla critica. Non ho mai utilizzato l'acquerello, tecnica d'elezione di Bergonzi e da lui utilizzata con grande capacità e maestria, nelle suoi paesaggi che esprimono tutto il suo amore per la natura e per il colore.
Un ricordo particolare del professore è relativo ad una presentazione che Bergonzi scrisse per una mia mostra; in tale occasione il professore si disse orgoglioso di avermi avuto come allievo. Inutile dire quanto questo complimento mi abbia fatto piacere.

Pino Grioni