Critiche pubblicate su libri, giornali, riviste e depliant


"....il pennello scorre sulla tela sicuro e meditato,
a conferma di un' espressione staccata dalla dura realtà d'un mondo turbolento.
Nelle sue opere lascia sempre intravvedere l'Uomo e la sua umanità...."

B.B.
da "Pittori e Scultori Contemporanei"
ed. Il Cavalletto

 

L'accettazione pittorica si svolge entro campiture di colore, diversità atmosferiche, toni e mezzi toni, elaborati con impressionistica tensione dinamica ed abilità disegnativa.
Cesare Bergonzi insegna all'Accademia Cimabue di Milano, è un veterano dunque dell'acquerello e della ricerca artistica a tutti i livelli. La sua pennellata morbida si fonda sostanzialmente sulla "summa" delle sensazioni captate, anche le più sottili, adagiate sulla scorta di un disegno appena accennato, che serve ad indicare la traccia. Il suo spirito di sognatore si è rivolto a Monet, a Pissarro, a Sisley, per cogliere dalla scuola francese la multipla rispondenza visiva delle sensazioni luminose. Specialmente le valenze ottenute dai colori complementari, nell'acquerello legati all'emozione, resero cosciente l'artista che il rapporto luce-colore aveva assunto un valore fondamentale e che il concetto unitario di Monet sull'accettazione del cromatismo costruttivista era una logica conseguenza della rivoluzione degli impressionisti.
Questa indagine sulla pittura naturalistica francese, antiaccademica, d'altra parte ha spinto il Bergonzi ad oscillare tra le diverse tipologie impressionistiche, in modo da accentrare una sintesi degli stili.
I paesaggi ch'egli compone "en plein air" esprimono appieno il risultato della suggestione dei mutamenti atmosferici, hanno una vitalità rapida ottenuta come conquista della seduzione messa in atto dalla natura.
Balza, da questa introspezione sul creato, una selva di preziosità che definiscono argutamente e con bravura vari passaggi: la dissolvenza dei colori nell'acqua, per dare il fascino alle onde luminose inghiottite dal liquido; i toni soffusi e morbidi dei monti che degradano attorno al lago di Como; la vaporizzazione delle cromie raggiunte dai fiori dei quali l'artista ha colto l'essenza euritmica.
Nelle scene d'ambiente e nei ritratti prevale sempre il ribaltamento della forma, operato dal Delacroix, a favore dell'autonomia del colore assunta con un'urgenza timbrica che s'accosta all'espressionismo.
Un acquerellista radicalmente originale, perché insegue una messa a punto artistico culturale dell'acquerello come valore portante della sensibilità individuale. L'uomo metro di tutte cose: sarebbe come dire "un Protagora pittore".

Antonino De Bono
da "L'acquerello in Italia"

 

... Uomo preparato e dotto, si stacca dalla massa dei pittori perché ha messo a frutto gli insegnamenti dell'arte moderna pur ricollegandosi alla grande pittura dei secoli d'oro.
... Dipinge sia ad olio, sia all'acquerello.
Ho parlato altrove dei suoi acquerelli (L'Acquarello in Italia), desidero ora tratteggiare brevemente i suoi lavori ad olio.
Adopera una stile espressionista che balza evidente nell'espressione dei barboni, delle prostitute, dei vecchi emaciati relegati negli ospizi, negli ambulanti che soffrono in silenzio, nei braccianti e nei manovali. I visi, le mani, le vesti, i bastoni, sembrano composti da tante pagliuzze che sollecitano il giuoco cromatico, che accendono riverberi, che scendono con arabeschi sulla camicia slacciata o sulle mani nodose e stanche.
Quest'epica rassegna dei diseredati si accompagna si paesaggi analizzati, messi a fuoco, direi quasi schematizzati nei colori essenziali, in cui conta il timbro, modulato con accerta introspezione fenomenica, briosamente squillante.
Talvolta l'artista insegue tutta una serie di ricordi di viaggi, di considerazioni, dì annotazioni. L'impaginazione rivela l'impressione, il rapporto tonale appropriato, giusto "sguardo" dato alla realtà col pensiero rivolto all'interiorità delle cose.
Cesare Bergonzi conosce alla perfezione il disegno, sa impostare le sue nature morte con una grazia "iniziatica", perché crede profondamente ai canoni immutabili dell'estetica, anche quando si fa dell'avanguardia. Perché chi tradisce la correlazione tra forma-numero e figura non fa più dell'arte, ma precipita nel baratro dalla "non arte" dove operano gli incapaci a le nullità.

Antonino De Bono
da "Convivio Letterario"
(Cesare Bergonzi - Il cantore dei diseredati), 1975

 

Cesare Bergonzi è un uomo molto umano con i suoi allievi e col prossimo, è pronto a dare consigli a tutti. Ha voluto creare un suo stile di dipingere fondato essenzialmente sulla forza interiore creativa, sul sentimento, sul dato emozionale, ma soprattutto sulla trasfigurazione della realtà. Per questi motivi i suoi acquerelli rappresentano la "summa" dei valori di superficie e l'esaltazione perenne delle linee in movimento, come elementi geologici espansivi, in ribellione sì per assecondare la poliritmia, ma sempre perfettamente accordato - come uno strumento musicale - per rendere alla perfezione l'armonia cromatica...

Antonino De Bono

 

Da quanto tempo questo uomo riservato e gentile stempera colori e fantasia nell'acqua inquieta di una ispirazione che, partita di lontano, e arrivata, scorrendo sommessamente fra gli spigoli di una certa angoscia, a combaciare con una ricerca di identità che pare finalmente raggiunta?
Si avverte negli acquarelli di Bergonzi, il senso del compiuto, il respiro ancora venato di affanno ma già quieto od acquietato di chi ha superato l'erta, e cammina finalmente sul piano.
... Fra queste vie cittadine, con i palazzi e le Chiese emergenti da ombre viola; nella solare profondità di un campo di grano, dove il colore caldo e spossato dei campi sfuma lontano o illanguisce fino a sciogliersi in un cielo bianco e senza sguardo; nelle calme trasparenze delle acque chiuse fra rive erbose ed ammiccanti; in tutto questo, che e ciò che si vede e si sente in termini di colore di segno di suono; e in tutto ciò che non si vede ma si avverte o si intuisce o si cerca di afferrare; in tutto questo, dicevo, c'è il Bergonzi uomo e artista, c'è il suo intatto stupore di fronte ad una natura cosi scontata eppure cosi nuova, c'è il suo "rassegnato ottimismo", la sua fiducia nell'uomo, il rispetto per le cose.
... Noi sappiamo che Bergonzi ha raggiunto per lunga via una sua maturità, fisiologica e artistica.
Ora sta marciando, attraverso quei sogni e quelle certezze, verso una sorprendente giovinezza.

Walter Belloccio

 

I quadri del pittore Cesare Bergonzi ci ricordano che, tra i pregi dell'acquerello, dobbiamo attribuire rilevanza sia alla brillantezza cromatica, sia alla freschezza che caratterizzano il quadro. Questi due elementi, a prescindere da quello che può essere il soggetto dell'opera, costituiscono la colonna portante, se non addirittura l'essenza, della notevole immediatezza espressiva tipica delle opere realizzate con tale tecnica.
L'unicità della pittura ad acqua si manifesta anche nel senso generale di ariosità che pervade i quadri, ariosità che non vien meno neppure nei soggetti che, per loro stessa natura, sono portati a restringere lo spazio visivo come, ad esempio, le nature morte; persino in tali raffigurazioni la tipicità dell'acquerello riesce splendidamente ad evitare la, compressione visiva del soggetto. Bellezza e serenità, finemente espresse nei modi sopra delineati, troviamo in ogni opera del Prof. Cesare Bergonzi e questa sua pittura fatta di pennellate morbide e sicure, con la mano di un artista profondo conoscitore della tecnica e sensibile agli impulsi della vita che lo circonda, non può non affascinare tutti coloro che hanno gusto estetico e amore per l'arte.

Giulia Sassani

 

Maestro di pittura nel senso letterale poiché per tanti anni l'ha insegnata e continua ad insegnarla in una scuola d'arte e Maestro nella sua pittura, nelle opere dipinte nella lunga vita artistica.
Egli conosce tutte le tecniche pittoriche, ma ha preferito dedicarsi all'acquarello. Perché? Ritengo che sia più confacente al suo carattere che, sempre sotto il profilo dell'artista, è semplice e complicato al tempo stesso, come l'acquerello.
Infatti Cesare Bergonzi è un profondo conoscitore del disegno e dei colori, le cui composizioni per lui non hanno segreti; è particolarmente attento alla precisione per ciò che realizza (e parlo di precisione nel rapporto artistico); non ammette rilassamenti nel concetto che vuole esprimere; è tenace nella realizzazione che si propone.
L'acquerello, a sua volta, è una pittura che richiede dall'artista capacità e tecnica; precisione; esclude la possibilità di errori perché non sono rimediabili; immediatezza e lucidità.
Ma come dipinge Cesare Bergonzi? Egli afferra i colori, le figure, i paesaggi del mondo che ci circonda e con la sua abilità imprime tutto nel quadro. Gli elementi che compongono le sue opere; in particolare i colori, sono quelli della sua Milano, della provincia, ma anche angoli di case o di campi e fiori che lo hanno affascinato nei suoi viaggi. Quando la sua sensibilità artistica sente le emozioni le trasferisce a noi con le sue opere di rara raffinatezza nel linguaggio artistico, di una freschezza cromatica che solo un maestro del pennello può rendere, di una serenità espressiva che addolcisce l'animo nel vederle, ma che non prescinde da una forma di aggressività, sia pur tenue, che colpisce l'osservatore. L'opera di Cesare Bergonzi appare semplice, ma non lo è poiché è concettualmente satura; ciononostante è trasparente.
Queste, a mio avviso, sono le ragioni che creano la poesia che pervade i quadri di Cesare Bergonzi, perché i suoi quadri sono poesia ed in molti vediamo anche una velata sinfonia di colori e disegni. Solido e sicuro nella sua lunga carriera artistica, Cesare Bergonzi con questa mostra sale ancora più in alto nella sfera di coloro che lasciano una traccia nel campo dell'arte.

Giovanni Sassani
Mostra Galleria Ars Italica -
Inaugurazione 9 Marzo 1989

 

Cesare Bergonzi: il pittore della dolcezza nel paesaggio romantico.
Artista ormai noto in tutte le città italiane ed anche all'estero per la sua incomparabile pittura.
... Poeta della natura, tutto ciò che vede e che osserva gli serve di pretesto per esternare, attraverso l'armonioso muoversi dei suoi pennelli, quello che l'interno del suo animo gli suggerisce per descriverci con dolci sfumature di colori, con quanto entusiasmo e quanta fiducia egli esegue la sua professione di Artista. Il disegno, eseguito con cura e sicurezza è la dimostrazione pratica che ci ha convinti di avere difronte un artista maturo che lavora sempre con un certo senso di responsabilità nei confronti dell'arte un artista che si identifica per la sua spiccata personalità , un artista che possiamo decisamente elencare nella rosa dei Maestri del ventesimo secolo.

Diego Sella
da "Il Resegone" -
Lecco

 

... Diremo di Lui: Pittore dal temperamento sereno, che sente la poesia del paesaggio, la gioia della natura, le bellezze del creato; mentre i suoi colori si accendono per rendere viva ogni sua espressione pittorica.
Osservando i suoi quadri, ti accorgi immediatamente di trovarti di fronte un artista serio, un pittore di quelli che sanno cosa vogliono e come ottenerlo, senza ricorrere alle mode stravaganti che egli non sente e non vuole perché seminano confusione nel mondo dell'arte di oggi; ma generosamente si lascia aleggiare dalla sincerità espressiva del suo animo, regalandoci attimi di spontaneità scelti con cura.
I suoi paesaggi, a volte tenui e soffusi, riposanti, dai cieli saturi di luce, mirano solo alla conquista di un pubblico scelto ed intelligente, segno tangibile di un artista onesto, dal colloquio poetico e dalle grandi capacità pittoriche.

Diego Sella
Gallerista: Galleria "La Tavolozza"

 

Il premio Sant'Ambroeus 1975 è stata l'occasione per un incontro con il professor Cesare Bergonzi, pittore ed acquerellista, membro dell'Associazione Italiana Acquerellisti, presidente del Gruppo Artistico "Centro Forlanini", professore all'Accademia Cimabue di Milano. Detto questo s'è detto l'essenziale di un uomo di cultura, schivo della pubblicità e tutto preso nel suo impegno quotidiano di insegnante.
Tralasciamo quindi l'elencazione dei premi, delle mostre e delle critiche che la sua arte ha già avuto in questi anni, per dire subito che i suoi acquerelli traboccano di una poetica ch'è in contatto costante con la natura e con gli esseri umani, immersi in un mondo estraneo alla vita dei nostri giorni e elle convulsioni dei tempi moderni.
Sebbene egli affronti con uguale impegno le figure e i paesaggi, in questi ultimi, realizzati in acquarello, vi è una compiutezza artistica pari alla preparazione intellettuale dell'autore. I prati, le colline, le case, vibrano liricamente, scaturiti come sono dall'intimo di Bergonzi, uomo tranquillo, desideroso della quiete, del ben operare e della certezza del suo destino. Bergonzi però non disdegna altri temi di figurazione accademica quali una maternità, un vecchio assorto nella lettura, una nonna che pensa a una persona cara rileggendo una lettera; oppure il vecchio contadino in riposo o la dattilografa dalle dita saettanti sulla tastiera. Ma questi dipinti sono un tutt'uno con le visioni delle nostre Alpi (Val Susa, Valmalenco e così via), con gli scorci marini e i primi piani di fiori. Non mancano naturalmente, le inquadrature della vecchia Milano, logicamente elegiache, e tanto meno i soggetti d'arte sacra.
Tutti questi temi sono stati da Bergonzi eseguiti in passato con la tecnica ad olio: in essi il pittore ha immesso una sostanzialità materica che appare invece sfumata negli acquerelli.

Romano Fattorelli
da "Lombardia Notte " -
Dicembre 1975

 

"Cesare Bergonzi è uno di quei pittori che porta con sé ciò che ha dipinto".
L'espressione non è nostra, ma dei suoi allievi dell'Accademia Cimabue di Milano, dove insegna disegno. Pur conoscendo tutte le tecniche pittoriche l'artista preferisce l'acquerello, usato con grande parsimonia di colori: gioca sui grigi (quei grigi che la Lombardia offre in tutte le loro varianti), sui rosa e sugli azzurri, sposati a note cromatiche varie, ma sempre smorzate come da un velo di nebbia leggera, filtrata dal sole.
Le cose per lui debbono mantenere la loro consistenza anche se l'atmosfera tenta di sfaldarne i contorni e l'artista riesce in questo intento anche quando il colore si scioglie, diventa acquoso e trasparente. Egli, infatti, non cerca mai di fare della letteratura ma, nel riferire, mostra una aderenza che rivela la sua sensibilità e la sua facoltà di raccontare i fatti senza alterarli, pur ponendo in risalto, con il colore, quello che più gli interessa.
Da milanese autentico qual'è dipinge veramente "col coeur in man" gli angoli suggestivi (quei pochi rimasti) della sua città: i Navigli, la Darsena, Monluè e le strade che conservano qualcuno dei vecchi angoli di periferia. Egli cerca, insomma, nelle facciate delle case, nell'ombra delle vie, nelle anse di un fiume, nella cima innevata di un monte quel qualcosa che avvince e attrae irresistibilmente come il suono di una voce che gli e cara, percepita d'improvviso perché portata dal vento. Quel vento che gli fa increspare le acque di un lago e di un fiume, quel vento che gli fa piegare i filari ai lati di una strada tortuosa di campagna. Bergonzi, quindi, non solo descrive ma "disegna" ciò che gli procura emozioni, da anni, con un fervore ed un entusiasmo esemplari. Il fatto di aver studiato alla scuola d'arte sacra Beato Angelico, alla scuola d'arte applicata del Castello Sforzesco di Milano e all'Accademia di Brera, ha influito nel dare una impostazione rigorosa e sempre corretta alla composizione e alla costruzione dell'immagine, e ad approfondire lo studio analitico essenziale di certi elementi come le piante o un particolare architettonico.
Anche se qualche volta le sue visioni sembrano uscite da un sogno dimostra di avere i piedi ben piantati sulla terra con una pittura ancorata ad una realtà resa suggestiva da chi l'ha penetrata, assimilata e tradotta in chiave di sentimento.

Dr. Marino Fioramonti
(RAI - TV - Milano)

 

E' un pittore che ricorda molto da vicino Alfredo Zecca: lo si guarda attentamente prima di scandire il suo nome perché, come Zecca, anche lui si è dato da anni all'insegnamento. Da ciò si nota la finalità e la differenza tra l'uno e l'altro: Bergonzi, spirito, dirò così, sintetico ed assolutamente sincero, è giunto sino ad oggi senza fare una mostra personale mentre per altri ciò è inammissibile. Con questo è detto tutto...
Bergonzi è pittore d'istinto e di fantasia: creatore di temi anche quando non ne vuole, assolutamente, prenderne atto, da insegnante volonteroso qual'è, che si è limitato semplicemente a suggerire il tema proposto e non piuttosto ad imporlo con l'autorità che gli viene dalla sua firma. Questo nei suoi innumeri temi, dalle visioni placide sino a quelle spesso drammatiche delle montagne, dal "Premio S. Ambroeus 1975" sino al Premio S. Barnaba dello stesso anno con il duetto dei "Vecchi in solitudine" e "Vecchio contadino a Serina" e ancora "Fontana a tre punte di Serina" come, del resto, i suoi "Fiori" vivaci, quasi corolle recise e ricomposte in un attimo o le piazzette di minuscoli paesi che i monti lontani sembrano ricoprire, oppure il "Fagiano", dominato dal Corno che ricorda ancora i fremiti di cacce lontane ormai dimenticate come quella stupenda "tempera", denominata "Paesaggio tridentino" che può essere benissimo intitolata a ragione (si veda la fontana chiocciante nell'ininterrotto silenzio della strada tra quelle figure in ascolto) come un vero e proprio monumento a ciò che passa nella vita e serve benissimo a rivelare le dolcezze di nature morte vestite di nulla, dalla pannocchia di granoturco, all'aia in chiacchierio, cui fanno idealmente da sfondo le immote voci delle campane ferme sui campanili un tempo, chiacchierini, a quelle composizioni vivacissime che resuscitano i colori, nature morte "domestiche, simpaticissime" quante altre mai...
Questo, per non parlare di quelle composizioni di arte sacra, come l' "Adamo ed Eva" plasticamente composti nel loro rimorso, che non sa più parlare o come quella bellissima Madonna con il Bambino, oppure ancora (siamo in campo diverso che ricorda benissimo un certo De Chirico), per finire con "Tema ecologico" che, a mio parere, viene a colmare un vuoto, viene a giudicare un pittore giustamente noto e meritevole di segnalazione, un "ecologo" che merita questo aggettivo perché affronta da sempre la pittura col cuore.

Pino Zanchi
da "L'Ottagono" -
Ottobre 1976

 

Una vibrante intensità espressiva ci è subito comunicata quando si avvicina un'opera di Bergonzi; ed è una sensazione di piacevole trascorrenza sull'immagine che osserviamo così, senza problemi e che poi ci richiama su di se, riportando lo sguardo sul colore terso e vivo, sul segno rapido e instabile, sulle trasparenze cristalline dei toni.
E' una intrinseca forza di attrazione quella che ci induce a penetrare in questi quadri, la quale sussiste parallelamente alla concentrazione espressiva di valori cromatici e lineari raggiunti dall'artista; solo in virtù di tale concentrazione è possibile spiegare la risonanza che assumono il colore e il grafismo appena accennato dei paesaggi, delle vedute agresti o delle nature morte.
Quella di Cesare Bergonzi è un'opera felice, dinamica e costruttiva, anche per questo lo conserviamo con interesse, quasi con stupore nella nostra sconvolgente ricerca.
Questa vuol essere una scintilla di bello e di bene che scopre pagine di poesia e di vita.

Pier Arturo Sangiorgi

 

E vediamo il Bergonzi, artista equilibratissimo e sapientemente raffinato, in quella tecnica dell'acquerello che ha fatto tremare i migliori pittori che vi si sono avvicinati. Pittura, dove ogni pennellata deve essere meditata, perché non consente ritocchi che toglierebbero luce, trasparenza e freschezza. Arte, non come si diceva una volta: "da signorine", ma che richiede una virile disposizione della mente e prevedere l'andamento dell'opera, fino in fondo, come nell'affresco.
Il Bergonzi poi riguardo al suo mondo, ai suoi soggetti, è uno dei pittori, direi, resistenti per convinzione alle mode e ai facili andazzi. In questi tristi momenti per l'arte, beati quei suoi allievi che profitteranno del suo insegnamento.

Giorgio Morfini

 

E' artista dalla indiscussa capacità. Le raffigurazioni sono reali, l'insieme ideologico di creazione strumentale sa valorizzarsi nel gioco dei colori.
L'opera è da maestro, non solo d'arte ma altresì insegnante, il quale con un bellissimo tratto moderno obbligatoriamente deve seguire il soggetto e riproporlo esteticamente puro, soffocando la gustosità estrosa dell'animo suo.
Chiaro e indivisibile il legame figurativo all'antica maniera, posto e presentato con colori morbidi nel rapporto moderno.

Adelmo Vaghi
dal catalogo "Omaggio dell'Arte alla Lotta contro il male del secolo"

 

... Il tocco dell'artista, come ci mostra a volte Bergonzi, è un richiamo visivo che caricandosi di tratti, i quali precisano, e di note cromatiche che esaltano, accende la nostra attenzione, sollecita la nostra fantasia e ci spinge ad andare oltre: ad immaginare anche quello che non si vede, ma che si riesce tuttavia a sentire.
... Si è fatto apprezzare con gli acquerelli perché fa vedere di prediligere questo genere il quale gli consente di offrire, dei temi che lo interessano, certe vaporosità luminose (come si è rilevato nella recente mostra della rinata Associazione Italiana Acquerellisti alla quale egli ha partecipato con successo) ma è facile rendersi conto che può dare un carattere unitario alla sua pittura, anche con le tecniche che richiedono una più approfondita elaborazione...

Prof. Dino Villani

 

...Osservando le opere di Bergonzi, figure, paesaggi a nature morte, si noterà l'esperienza di cui l' artista è in possesso ma, insieme, anche la sua capacità di esprimere delicati sentimenti attraverso suggestive interpretazioni della realtà...

Lino Lazzari
da "L'eco di Bergamo"

 

Cesare Bergonzi, noto per lo più come uno dei prediletti acquerellisti contemporanei, ed è infatti tra i promotori dell'A.I.A. (Associazione Acquerellisti Italiani), non ha fatto mancare al panorama della mostra dipinti ad olio, chine, pastelli e sanguigni. Una tematica molto aperta ai richiami visivi che vanno dalle montagne dello Stelvio ai navigli, agli scorci più tipici della «Vecchia Milano»; dalle nature morte alle raffigurazioni più animate di visi umani vezzeggianti sospiri di libera poesia, al paesaggio ripreso con radiosa vena di luce. Un colore che conosce il fascino della maturazione gentile, in cui il senso dell'umiltà che vi naviga nei toni di lirica ispirazione, diventa un po' il segreto artistico che procura a Bergonzi una sconfinata simpatia da parte dei moltissimi amici ed allievi che lo seguono e lo discutono nella carica educatrice, umana, della sua opera pittorica...

G. Martucci
da "Artecultura"

 

Trattasi di un acquerellista, ovvero di un maestro di quella difficile tecnica pittorica che - nella tavolozza chiara - ripristina i valori della luce. Con ottima gradazione delle macchie di colore, l'artista, ottiene effetti suggestivi. Il tono per la maggiore luminosità, deriva dalla trasparenza del fondo, quasi gocciolandogli stempera e fluidità dall'animo sensibile.
Nel campo figurativo il pregio sta nel segno sobrio ed essenziale, mentre - come paesaggista - Bergonzi cede al gusto dell'impressione e dell'abbozzo, studiando l'ambiente con dovizia di particolari. L'opera risulta così definita, tanto per citare, nel "Cortile di Liscate", dove starnazzano i polli, o ne "L'angolo di cascinetta", dove, tra arnesi e pannocchie, profuma la campagna, o in "Bucato in cortile", ricco di sapori tradizionali,
Eccellente nella sensibilizzazione dei contrasti. Bergonzi offre quadri di rara bellezza e perfezione in "Autunno ai giardini". "Inverno a Caleppio", "Trattoria sull'Adda". Le nature morte non sono neri inventari di oggetti ma diventano sintesi cromatica nell'unità del disegno.
... Tratta con pari impegno gli ampi e luminosi paesaggi della Lombardia e le nature morte, affronta con fresca vena naturalistica soggetti di vita rustica o ritrae con limpida e sintetica pittura figure di animali, ridà solidità e struttura alle forme, pur immerse nella vibrazione atmosferica.
Le sue opere, insomma, sono tutte vive per senso plastico e coloristico, ancorchè pregiate della trasparenza e della notevole fluidità della pennellata. E sotto l'aspetto della tecnica - peraltro difficile nell'acquarellistica - s'avverte la mano precisa ed attenta del maestro, l'azione magica del docente.

Giuseppe Torresani
da "Il Nuovo Torrazzo" -
Crema, 1982/1983

 

Bergonzi conosce a perfezione tutte le tecniche della pittura (e non a caso è stato insegnante per anni all'accademia Cimabue di Milano) e tuttavia preferisce l'acquerello perché gli consente di esprimersi con quella delicatezza (e forse anche con quella parsimonia) di colori che rientra nel suo modo di concepire la pittura.
Cosi egli riesce, con perfetta tecnica, a rendere credibili certi colori della nostra terra lombarda, certe sfumature cromatiche fra di loro varie ma integrantesi, sempre con una luminosità che prima di tutto è nel suo animo, anziché nelle cose. E l'accostarsi alle sue opere sempre rinnova quella piacevole sensazione che ti offre il luminoso mattino di primavera, quando la natura ci ricorda che la vita gioiosamente riempita di interessi ti strappa alla routine di una città disumanizzata, oppure quell'altra non meno incantata sensazione che provi davanti ad un sereno e silenzioso tramonto colorato da fiori con colori irripetibili ma che senti appartengono anche al tuo giorno, al tuo oggi, al tuo domani, alla vita di sempre e di tutti. Sono, appunto, i paesaggi che prevalgono nella pittura della produzione di Bergonzi, e sono essi che danno tono, qualità e validità alla pittura stessa.
Ma non mancano anche figure riprese con l'occhio inquieto, forse anche insoddisfatto, per una vita che rischia ogni giorno di consumarsi nel banale e nell'affanno, senza porgere l'occhio ed il cuore alle bellezze che ci circondano e che non sappiamo troppo spesso cogliere.
Certo è che le opere di Bergonzi meritano attenzione anche per il supporto tecnico.

Sergio Lini
da "La Provincia" - Quotidiano di Cremona -
9 Marzo 1983

 

Conobbi Bergonzi ad una sua personale e lì, potei raccogliere la possibilità di analizzare la sua arte di «rinnovo». I suoi quadri mi sono corsi incontro «come giganti giovinetti» con la forza della convinzione, con la gestualità parlante delle sue architetture, ma sicuramente con garbo, con l'irresistibile umiltà di chi ha conosciuto la nascita delle radici e ha visto salire, nei turbini, il tronco della quercia, con spessore di corteccia.
... La lucidità dei colori e la sapiente collocazione delle immagini, oculate e discrete, fanno sì che ogni quadro del Bergonzi sia una poesia: un'impressione gestita e folgorata dalla fantasia d'un puro romantico; elaborata come cesellatura sintetica d'un ermetico, amante della perfezione.
... Si potrebbero anche definire «istrionici» questi acquerelli, per quella segreta attrazione che emana e circoscrive, nella morbidezza tattile che spande segrete carezze, o nell'intuito canto di nascoste sirene. E tutto questo in semplicità e nella convinzione di agire nel modo retto, sforzandosi di donare quanto di meglio egli ha potuto carpire ai segreti dell'arte. Socievole, bonario, dolce come un bimbo, inconsapevolmente riporta queste qualità tra i lampi dei colori, fa loro percorre re le strade, le campagne assolate e assorte nel volo di poiane distese nelle ali, nelle trasparenze dei suoi laghi sotto cieli di cobalto e, in ognuno di questi ritratti, lascia scorrerne la dovuta dose.
... Questo signore del tempo, questo artista presente, maturo e generoso, avvolto di pacata e perdurante nobiltà di intenti e di sentimenti, affatto «rassegnato ottimista» ma guerriero di incruenti scontri, condottiero irriducibile di fulminate battaglie, lascia la sua voce ai quattro venti, discepolo incontaminato di Leonardo e S. Francesco, fusi nell'amore delle creature e della bellezza divina dell'arte.

Carlo Facchinetti
da "Novità arte"
(Cesare Bergonzi - Pittore della memoria e della reinvenzione)

 

Il discorso artistico di Cesare Bergonzi si realizza attraverso una complessa struttura sintattica, ricca di problemi espressivi di vario genere. Nelle sue opere si nota subito la confluenza di tutte le maggiori esperienze tecniche e linguistiche di questo secolo,esperienze che hanno raffinato e potenziato il suo personale linguaggio senza mai comprometterlo. E ciò perché la fisionomia estetica di questo nostro geniale artista è determinata e caratterizzata da un modo singolarissimo di convertire in musica le stimolazioni cromatiche provenienti dal mondo che ci circonda. I suoi paesaggi,i suoi interni e le sue nature morte sono dei veri e propri poemetti sinfonici,sapientemente orchestrati. I rapporti di forme,di luci e di colori sono costituiti e articolati dalle leggi di un ordine poetico capace di suscitare suggestioni e magie che solo gli artisti autentici sanno offrire alla fruizione degli spettatori.
Pur essendo un disegnatore eccezionale e un vero maestro della pittura ad olio, Bergonzi preferisce esprimersi prevalentemente con l'acquerello ,tecnica che richiede una sicurezza di esecuzione e un senso vivissimo del colore, ma che da dei risultati poetici stupefacenti. E, invero, la leggerezza delle trasparenze e la gamma sonora delle varie tonalità, da lui ottenute,creano non solo degli effetti suggestivi di compenetrazione e variazione cromatica, ma anche un gioco di luce sottile e affascinante, impossibili da raggiungere con altri mezzi. Diciamolo francamente, in pochi artisti contemporanei hanno saputo rendere, come lui, tutte le variazioni di colori e di luci che si verificano, durante il mutare delle ore e delle stagioni, nelle campagne, nei cieli, negli specchi d'acqua e in tutti gli altri luoghi della natura sempre varia e seducente. Da quanto abbiamo detto fin qui, è facile dedurre che il linguaggio dì Bergonzi è di origine impressionistica; ma egli sa rendere con potente vigore espressivo anche i volumi, le masse e i valori plastici, particolarmente quando rappresenta dei voluttuosi nudi femminili.
E' evidente che ci troviamo davanti ad un artista completo.

Luigi Valerio
Circolo Filologico Milanese -
Marzo 1980

 

Milanese, docente all'Accademia Cimabue, artista con largo seguito di pubblico e di critica, il Bergonzi riscrive il poema della natura in una chiave insolita per gli occhi disincantati dell'uomo contemporaneo.
Nei suoi paesaggi rurali e cittadini, riesce a far rivivere, accanto al motivo idillico, una magia di luce, che accende di festevole preziosità "la gamma cromatica della tavolozza naturale", conferendo agli acquerelli ed alle tempere una soffusa tonalità, lontana dalle malinconie chiaristiche.
In una cornice impressionistico-romantica, il Bergonzi incastona una palpitante vitalità che è adesione e partecipazione a tutto ciò che respira intorno a noi.

Laura Di Pierro
da "La Provincia" - Quotidiano di Cremona

 

... La buona distribuzione della luce e delle ombre, riescono a vincere la posizione statica e a dare vita e movimento anche alle cose più complementari delle sue strutturazioni paesistiche.

Vincenzo Castelli
da "Orizzonti"

 

... La sua scrupolosa, metodica ricerca in seno alle più svariate tecniche di esecuzione (acquerello, olio, chine, pastelli), sono Ia più chiara documentazione del suo temperamento di artista.

Vincenzo Castelli
"AIA - Associazione Italiana Acquerellisti"

 

Nelle opere del pittore Cesare Bergonzi vi è una delicata completezza cromatica, una felice chiarezza e una vigorosa capacità espressiva. L'artista rivela una tecnica personale, dove disegno, colore ed atmosfera sono rese con una facilità di movimento in sicure e delicate pennellate. l suoi acquerelli trasmettono una gradevole emozione; le vedute agresti sono ariose, fresche e ricche di contenuti poetici; l'ambiente rustico è colto attentamente con particolare tocco felice e con una naturale dimestichezza e consumata esperienza. La vecchia Milano e la periferia lombarda sono state più volte interpretate dall'artista con un realismo sorprendente. Nelle vedute boschive sa creare le giuste atmosfere silenziose in cui è immersa, e vive nella sua magica bellezza, la natura. Oltre ai bei paesaggi fanno bella mostra simpatiche nature morte e graziosissime composizioni floreali unite tra loro con dolce raffinatezza e molto buon gusto. Le opere sono pervase da delicate velature in modo da cogliere le variazioni della luce con rapida intuizione e per mezzo di delicate sfumature di tenui rosa, di limpidi azzurri, di grigi leggeri e gialli soffusi.
Cesare Bergonzi trasmette con le sue opere tutta l'affascinante realtà della natura colta in uno squarcio intimo, come profondo messaggio d'amore saturo di dolce poesia.

Silvana Ferrari
da "Arte più Arte" -
Agosto 1980

 

Cesare Bergonzi dipinge paesaggi, fiori e figure facendo rivivere una realtà fresca di umori e risplendente. Soprattutto nei paesaggi, dove egli sottolinea la fragilità dell'erba dei prati, i piani di luce sull'acqua, sulle case, sui monti e tutto sembra rispecchiare i suoi pensieri, tutto il ritmo compositivo è poeticamente controllato.
E' una pittura di abbandono, di contemplazione e di forza creativa; sono soggetti dal colore solare e quel tanto di genuina documentazione, indispensabile a comprendere e far amare l'origine e l'essenza delle cose, è necessaria a Cesare Bergonzi, per fargli accettare in umiltà la natura, consumare così la sua ispirazione e sottomettersi alla realtà poetica e agli aspetti più diversi degli atteggiamenti e dei sentimenti.

Antonio Uberti
da "L'arte Italiana per il Mondo"

 

I suoi quadri fanno venire in mente l'Art Poétique di Verlaine: « De la nuance... et tout le reste est Iittérature ». L'arte di Bergonzi è nella sfumatura sempre delicata e appena appena accennata. Un'arte che preferisce il silenzio o il nascondimento nel fragore e nella instabilità dei giorni.
L'amore per il paesaggio lombardo qua e la contrassegnato da antiche architetture, offre la possibilità di una variazione continua ed intelligente delle gamme cromatiche.
Mai però la pennellata si fa violenta o tanto meno «politica», nulla viene concesso alla protesta o alla moda...

Angelo Dell'acqua
da "Bollettino parrocchiale S. Andrea" -
Milano, 1978

 

...Un acquerellista di forte levatura, si applica ormai da tempo allo studio "dell'olio" con grande abilità, facendo dei suoi paesaggi e delle sue nature morte un mezzo di trasmissione del gusto verso l'arte. E' una pittura pacata, dai colori volutamente ambigui, dove i toni freddi e caldi si mescolano in un fantasioso scenario, compenetrandosi ed accostandosi, dove le luci e le ombre giuocano a rimpiattino tra le strade di un vecchio sobborgo o tra gli oggetti di una natura morta...

L.M.
da "Cavalletto e Tavolozza"